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Il porto di Ancona: senza presidente da un anno, senza una visione strategica da sempre

Il porto dorico, come la città di Ancona, è incapace di dialogare. Un capoluogo che respinge e che bada al mantenimento della posizione dominante. Non si è mai rapportato seriamente, se non negli enunciati, con i traffici di porto e interporto. Comprende al suo interno i circa 6 chilometri di spiaggia attrezzata divise tra Falconara e Ancona che devono sottostare a un surplus di burocrazia. Intanto Ancona continua a limitarsi a fare il Comune dimenticandosi (SEMPRE!) di essere un Capoluogo. La supplenza, vista la situazione, dovrebbe passare a organismi superiori.
Come per la vicenda rifiuti è auspicabile un cambio di rotta della Provincia di Ancona per getti al macero la rotta fallimentare anconetana che ha costretto tutti gli altri Comuni all’immobilismo (compresa la possibilità di ridurre la tassa sui rifiuti a cittadini), alla stessa maniera la Regione Marche dovrebbe prendere in mano la situazione e avviare subito un’azione più energica nei confronti di Roma e dell’Unione Europea stessa per evidenziare la posizione strategica e le potenzialità della nostra Piattaforma logistica. Una volta insediata la nuova presidenza occorrerà mettere mano al management per mettere persone capaci a rendere concreti precisi indirizzi di governo e avviare una discussione sia con i comuni interessati (Falconara e Ancona) sia con i comuni limitrofi. Ragionare, cioè, come detto prima, in termini più ampi. Come Area metropolitana.