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Sarà anche questa volta politica la strada da seguire per uscirne e bene ha fatto la Regione nel coinvolgere le altre regioni interessate per avviare un dialogo con Roma e con Bruxelles e intervenire sul punto. Politica, non tecnica. Il tecnico segue la norma. Si muove, al più, interpretandola ma qui c’è davvero poco da interpretare. La realtà attuale, dopo la sentenza del Consiglio di Stato dà contro a una legge del suo stesso Stato per sposare la controversa direttiva Ue (siamo un Paese fantastico!), nessun dirigente o funzionario pubblico darà l’ok a un rinnovo di concessione. E visto che dopo il danno arriva sempre anche la beffa, ecco servito l’aumento dei canoni demaniali marittimi che mina l’intero settore.
In tutto questo marasma la situazione più complicata e più accidentata la stanno vivendo i bagnini che lavorano tra Falconara e Ancona nelle spiagge del centro, di Palombina Vecchia, Palombina Nuova, Collemarino e Torrette dove oltre che con il Demanio i concessionari hanno a che fare anche con l’Autorità Portuale. Per gli operatori la burocrazia si duplica. Va spesso in contraddizione. L’Ap per altro è ancora commissariata. L’Ammiraglio Pettorino, stimato militare conosciuto quando è stato al comando della Capitaneria nella Dorica, porta avanti l’ordinaria amministrazione. Il presidente designato, salvo ulteriori scherzi e sgambetti, è Vincenzo Garofalo ma l’iter che condurrà al suo arrivo ad Ancona è ancora lungo. Ci possiamo permettere di perdere tutto questo tempo? Ma soprattutto: ha ancora senso comprendere le attività balneari sotto l’Autorità che quelle portuali?