Falconara, il futuro che vogliamo e le cose che dobbiamo fare

Falconara, il futuro che vogliamo e le cose che dobbiamo fare

falconara satellitePer la premessa torno a un paio di mesi fa: la vittoria dell’Amministrazione comunale uscente è senza equivoci e, diciamo la verità, è figlia dell’impegno giornaliero con cui la stessa si è spesa, senza soluzione di continuità, per tutti i cinque anni. I cittadini l’hanno capito ed è per questo che l’hanno premiata.

Certamente il dato dell’astensionismo, non dissimile dal resto del Paese, è preoccupante e non possiamo trascurarlo. Una motivazione in più per affinare i programmi, rendere snelle e semplici le procedure decisionali e burocratiche, ma, soprattutto, promuovere e consentire una effettiva partecipazione a tutti coloro, per un verso o per l’altro, si sono allontanati dalla politica e, in definitiva, dal concorrere al bene comune.

Su tale fronte, però, l’impegno deve essere generalizzato, senza inutili steccati e artificiose contrapposizioni. Sono gli stessi elettori che hanno punito il tentativo di delegittimare con superbia tutto ciò che veniva proposto a prescindere dall’effettivà bontà. In una città, come la nostra, né piccola, né grande, le divisioni tra maggioranza e opposizione sfumano, di fronte a problemi concreti, non solo di piccola portata, che possono assillare i cittadini.

Le diverse articolazioni, cioè, si possono e si debbono confrontare, anche in termini accesi, ma vertono inderogabilmente, su come meglio amministrare nel concreto o su quali diversi indirizzi dare a progetti di qualità. Tutte le vie debbono concorrere al bene comune e, possibilmente, trovare una sintesi possibile, capace di soddisfare diverse esigenze, apparentemente inconciliabili. Può sembrare un ragionamento banale o “populista”, in realtà è più semplicemente il coagulato di 15 anni di esperienza nei banchi del Consiglio e della Giunta.

Questo approccio consentirà di avere una città migliore e soprattutto identificare le strade future da imboccare del nostro territorio, capaci di generare nuove attività, sviluppo, occasioni di lavoro e una più ampia vivibilità per le persone e le famiglie.

I nuovi inserimenti di giovani nel Consiglio Comunale fanno ben sperare, ma soprattutto tutto l’insieme di nuove leve, che proprio durante la campagna elettorale si sono avvicinati alla “cosa pubblica”, indicano che ci sono i germi di un nuovo corso, denso di curiosità, di interessi e di vitalità.

Sta a noi, più esperti e, ancora, sufficientemente motivati, favorire la partecipazione attiva dei più giovani, anche sotto le diverse forme associative, culturali e professionali.

Il clima che mi sembra di individuare vada in questa direzione.

Le problematiche più importanti e il giusto approccio, senza la pretesa di essere esaustivo, ma quelle che ritengo più urgenti e indifferibili:

- Al di  di sopra di ogni altra esigenza, pongo una visione ampia e complessiva del territorio, al di là della sua angusta accezione strettamente comunale. Intendo con ciò e per iniziare la formulazione e il varo di un nuovo Piano Urbanistico, meno vincolante, all’altezza dei tempi, che sappia coniugare valorizzazione e salvaguardia dell’ambiente con lo sviluppo economica. Non vi può essere futuro credibile e concreto, se non si danno prospettive di impiego lavorativo e occasioni imprenditoriali alle nuove generazioni che producano reddito e sicurezza. Tutto il resto, benché encomiabile, rischia di sfumare se non dai certezze, stabilità, abbinate alle innovazioni organizzative e tecnologiche. Occorre aprire i confini comunali agli investimenti produttivi, soprattutto privati; anzi essi possono e debbono, in più di una occasione, andare in sinergia con quelli pubblici. Riconosco che sia davvero arduo mettere insieme e in connessione, nel caso falconarese, le diverse “pesanti” infrastrutture presenti (Aeroporto, Autostrada, Snodo Ferroviario) con le ineguagliabili bellezze naturali che, pure, sono presenti (Alveo della Foce dell’Esino, Parco del Cormorano, I diversi Laghetti seminascosti dalla rigogliosa natura, la spiaggia sempre accattivante, le magnifiche colline che sovrastano la città). Ma gran parte del tema del rilancio di questo “angolo di terra” è tutto qui!

- Le problematiche e le relative soluzioni sono affrontabili efficacemente e nel loro complesso, solo in una dimensione più ampia, che abbracci una serie di relazioni con tutte le altre realtà territoriali circostanti e soprattutto con il Capoluogo, da tempo incomprensibilmente troppo distante, quasi avulso dal contesto. Oggi, per farsi ascoltare, occorre avere una dimensione ampia e di una certa dimensione territoriale, oltre che di una significativa qualità propositiva. Possiamo ragionare, pur nel rispetto delle autonomie, come area vasta ed essere utili ad Ancona come essa può essere di aiuto a noi. Si pensi, solo per avere una idea, al quadruplicamento in via di attuazione della SS16, affermato e difeso in tempi recenti, con le unghie e con i denti, al suo prolungamento (ancora non finanziato) fino alla “Baraccola” e, quindi, al Sud, e alla connessione, ancora in divenire, alla connessione moderna ed efficace della Statale con i traffici portuali, oppure all’utilizzo, utile e calibrato, dello specchio di mare racchiuso dal Golfo Dorico. Si pensi a quanto potrebbe giovare il trasporto pubblico locale da un sistema di tariffe che consideri un tessuto abitato che si snoda fino a Montemarciano, fino a Chiaravalle, Camerata Picena, Agugliano e Polverigi anziché imporre i limiti di una mobilità antiquata fatta di urbano ed extraurbano. Si pensi a quanto si potrà fare, oggi che la sordità della vecchia amministrazione di centrosinistra è stata spazzata, per spenderci in favore dell’arretramento ferroviario che dia l’Alta Velocità alle Marche e consenta di ridisegnare mobilità metropolitana e rapporto delle città con il proprio mare.

- La necessità inderogabile di bonificare il terreno inquinato, ad iniziare dall’area della ex Montedison, che potrebbe essere impiegato per molteplici usi a beneficio della collettività. A ripensare, così come già previsto dal Prg, ad una progressiva riconversione della Raffineria (“gioia e dolori” per tutti), affinché non sia solo occasione di scontro incomprensibile fra diverse esigenze e, auspicabilmente, “piattaforma” per le attività di domani, gestibili sul versante energie rinnovabili.

- L’Aeroporto, visto come struttura avanzata che ci possa “traghettare” e “proiettare” con le rotte internazionali, punta avanzata verso l’Est Europeo e oltre. Da notare che l’avvento di Amazon nel territorio limitrofo cambierà sostanzialmente tutti i meccanismi che presiedono alla mobilità delle merci, dei servizi, ma anche delle relazioni internazionali in senso più generale. Anzi la presenza di Amazon impegna Amministrazioni Pubbliche e Imprenditoria Privata, soprattutto marchigiana, ad ampliare e arricchire servizi e investimenti delle più ampie specie. Agire, cioè, di iniziativa e non subire. Se ne avrà un beneficio in termini economici e di relazioni sociali, nonché turistiche.

Qualcuno mi potrà obiettare che abbia divagato troppo. Io penso il contrario. Se non adottiamo questo approccio, non riusciremo a trovare le soluzioni ottimali, incapaci di inventare nuovi meccanismi e impossibilitati a progettare un nuovo futuro. Rischieremmo di essere ingabbiati nel nostro particolare, sudditi e non protagonisti. In questo contesto Falconara potrà, a buon diritto, per la sua storia e per la sua invidiabile posizione baricentrica un invidiabile punto di riferimento, capace di aiutare una nuova era di sviluppo e una nuova storia per tutta la Regione.

Ultimi Articoli