Quarant'anni per una strada non sono bastati, quando e se la apriremo sarà già "vecchia"?

Quarant'anni per una strada non sono bastati, quando e se la apriremo sarà già "vecchia"?

trafficotorretteQuando è stata realizzata negli anni '70 già pareva antiquata. Così insufficiente rispetto a quelli che erano allora i volumi di traffico che dopo nemmeno una decina di anni si iniziò a parlare di portarla tutta a quattro corsie. Sto parlando della variante alla Strada Statale 16 che oggi, dopo 40 anni, è ancora al suo stato originale e ha recentemente ricevuto l'ennesima bocciatura da parte del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a Roma. Di cosa parliamo? Di circa quindici chilometri che dall'altezza della Raffineria Api raggiungono la Baraccola di Ancona passando dietro i due centri urbani collegandosi con l'autostrada A14 ma anche con la Strada Statale 76 in direzione Perugia. In poche parole l'infrastruttura nevralgica che tutti voi conoscete. Che viene percorsa dai mezzi pesanti diretti o in uscita dal porto di Ancona, dai pendolari della Vallesina diretti verso il capoluogo. Che collega il porto, con l'aeroporto Raffaello Sanzio e l'Inteporto di Jesi. Pochi anni fa l'Anas calcolò 1 milione e 100mila passaggi durante l'esodo estivo. Alzi la mano chi non ci si è mai trovato bloccato in coda. Per il primo tratto da Falconara a Torrette (7 chilometri) c'è uno stanziamento di 233 milioni di euro ma il progetto presentato da Anas non ha trovato il parere favorevole del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Lo scorso anno la bocciatura fu motivata dalla presentazione di un progetto datato, che risaliva agli anni '90 e non era adeguato alle nuove normative. I tecnici Anas si sono rimessi sotto per cercare di superare le obiezioni ma non c'è stato nulla da fare e sono arrivate ulteriori prescrizioni. Anas ora ha deciso per l'esproprio di altre aree perché andranno ampliate le gallerie (Orciani e Barcaglione). Si viaggia in punta di interpretazione della norma e questo frena maledettamente un'opera più che necessaria. Il Cslp, lo scorso gennaio, è arrivato anche a chiederci di prevedere un esame costi/benefici. È evidente che a Roma non abbiano la più pallida idea di dove si trovi la variante, di quale traffico giornaliero accolga e di quanto ci sia bisogno di questo ampliamento che, assieme all'uscita dal porto, può risolvere i tanti problemi infrastrutturali di cui soffre il nostro territorio. Ora, non dico che una supervisione romana non sia necessaria. Guai a realizzare un'opera inadeguata, magari pericolosa perché non si sono affrontate questioni geologiche per quanto riguarda, ad esempio, viadotti e gallerie. Ma non è possibile trasformare in palude ogni iniziativa. Con il rischio magari di vedersi sfuggire il finanziamento o, peggio, di approvare un progetto definitivo superato dalla realtà dei fatti, dall'aumento del traffico veicolare, come già avvenuto in passato. L'auspicio è che anche i parlamentari marchigiani si attivino per far partire questi cantieri. Al di là delle bandiere di partito. Perché un'opera necessaria non è di destra o di sinistra. Serve ai cittadini ed è questo l'unica cosa che conta davvero.

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