L'arretramento ferroviario, investimento strategico: vietato fallire

L'arretramento ferroviario, investimento strategico: vietato fallire


arretramentoTappe forzate verso la velocità e verso una ferrovia degna di questo nome. Occorreranno volontà e coraggio per immaginare il potenziamento della linea ferroviaria adriatica alla luce del nuovo corso della Regione Marche che ha impresso una svolta nelle politiche infrastrutturali, decisa a riallacciare la nostra regione al resto d’Italia. Nemmeno un paio di anni fa eravamo a lottare contro il Muro, le barriere con le quali Rfi voleva tagliare in due la città dividendola dal suo mare. Oggi parliamo di alta velocità, di arretramento della linea con quello stesso assessore regionale alle Infrastrutture, Francesco Baldelli, che è stato ospite al Centro Pergoli di Falconara per illustrare quanto la politica sta ora mettendo in campo.

L’ARRETRAMENTO. Questo e non altro è il futuro dei trasporti su ferro della nostra regione. Ottimo per le città costiere che così potranno riappropriarsi di spazi da riqualificare con sistemi di viabilità leggera, elettrica, a basso impatto. Ottimo per le merci, per quel settore cargo così tanto importante ma da sempre trascurato nel dialogo tra i tre grandi sordi rappresentati da porto, aeroporto, interporto. Il tutto per riallineare le Marche al resto del Paese. In fretta, signori. Di tempo se ne è perso anche troppo. Mentre qua si studiavano ripieghi dal respiro corto, convinti che sarebbero bastati un bypassino attorno alla Raffineria, un Muro antirumore e un lungomare posticcio alla frana Barducci per far bella figura, nel resto d’Italia ci si prepara a viaggiare da Bari a Milano passando (via Napoli) dal Tirreno e risparmiando un’ora rispetto alla linea tradizionale su Pescara e Ancona.

Grazie alla Regione Marche anche la nostra città, insieme agli altri Comuni, è stata chiamata a indicare le esigenze del territorio per andare a redigere un documento da inviare a Ministero. Siamo convinti che lo sviluppo del nostro territorio passi per l’arretramento della linea ferroviaria come siamo altrettanti certi che occorrerà collegare meglio i binari con l’aeroporto Sanzio, sia per quel che riguarda i passeggeri (andando a prevedere una nuova stazione di riferimento), sia per il cargo che potrà beneficiare anche del trasferimento degli scali merci da Villanova all’Interporto di Jesi. Dettaglio da non dimenticare: se Amazon – che è una multinazionale dedita al profitto – ha scelto quest’area per investire significa che l’appeal e le possibilità di sviluppo non mancano. Sfruttiamole e andiamo oltre la miopia. Siamo agli albori di un confronto che si figura già da adesso complicato.

Dico questo perché è chiaro che incontreremo vecchie conoscenze. È sempre così quando ci si confronta con la pubblica amministrazione. I politici cambiano, gli apparati restano. Avremo a che fare con gli stessi che volevano spendere tra i 4 e i 7 miliardi a livello nazionale per le barriere anti rumore, non dimentichiamolo. Per quanto il mondo da allora a oggi possa essere cambiato, ci sarà sempre un cassetto pronto per essere aperto dal quale estrarre un progetto già visto, già bocciato. Dovremo essere coraggiosi. E forti. Forti come lo siamo stati quando eravamo uniti – Comune e cittadini - nella battaglia contro il Muro con le oltre 10mila firme raccolte, con la catena umana in spiaggia. Ci avviamo a un’altra battaglia di popolo. L’alternativa non è contemplata: un qualsiasi altro progetto al ribasso ci vedrebbe ancora più marginali.

Ultimi Articoli