Falconara, occhio a Fabriano e Jesi: devi studiare il suicidio politico dalla sua genesi

Falconara, occhio a Fabriano e Jesi: devi studiare il suicidio politico dalla sua genesi

clemente votaA urne chiuse, spoglio eseguito e vincitore decretato, con il risultato definitivo delle Comunali il quadro della provincia di Ancona ci fornisce un’ottima lezione su cosa si dovrebbe e non si dovrebbe fare per vincere un’elezione. Ci dice anche, questo risultato, che a Falconara dovremmo combattere più del previsto per difendere i nostri cittadini, per esempio, dal piano d’ambito di gestione dei rifiuti che rischia di far sorgere una discarica alle porte di Castelferretti. Con Fabriano passata al centrosinistra al primo turno e Jesi che domenica al ballottaggio ha seguito la stessa sorte il voto politico all’interno dell’Ata Rifiuti è più chiaro.

Tra le città più popolose della provincia solo Falconara e Senigallia potranno tentare di modificare disegno piddino all’interno di un piano d’ambito ancora, di fatto, tutto da scrivere nonostante le ripetute e stentoree dichiarazioni contrarie. Noi cercheremo di fare del nostro. E dove non arriverà la politica ci potremo muovere anche sul piano legale, oltre direttamente in strada con i cittadini pur di scongiurare la follia di un sito di stoccaggio, e tutto il traffico di camion che ne conseguirebbe, a due passi dal centro abitato. Fatta questa doverosa premessa iniziamo ad analizzare la doppia sconfitta del centrodestra cercando di trarne un insegnamento utile. Non entro nel merito della scelta dei candidati anche se balza agli occhi che sia a Fabriano che a Jesi a sfidare il Pd c’erano due ex Pd.

Nella Città della Carta il sindaco Daniela Ghergo ha vinto al primo turno ma difficilmente avrebbe potuto migliorare in un ipotetico secondo turno i 4434 voti ottenuti per il suo 50,51%. Nella sfida jesina il neo sindaco Fiordelmondo ha ottenuto al ballottaggio appena 60 voti in più rispetto al primo turno. Marasca avrebbe potuto tranquillamente rimontare ma in nome di un civismo puro ormai démodé ha snobbato l’endorsement di Grassetti (Fratelli d’Italia, circa 2mila voti) e ha riconsegnato la città federiciana al Pd. Il suo ex partito. Il delitto perfetto. Possibile che nei 10 anni di civiche guidate da Bacci non si sia trovato un candidato espressione di quell’esperienza che ben aveva amministrato la città?

Possibile che nessuno sia riuscito a recepire la lezione 2020 delle Elezioni Regionali e delle Comunali di Senigallia secondo la quale civiche e partiti riescono a convivere e, insieme, a vincere? Questi risultati dovrebbe far accendere più di un faro per iniziare ad analizzare. Noi ovviamente partiamo avvantaggiati. Stefania Signorini sta ben governando e do per scontata la sua ricandidatura. Sulla coalizione che la sosterrà occorrerà tuttavia ragionare alla luce di quanto esposto sopra. Uniti per Falconara e Falconara in Movimento restano le liste più votate ma non mi stupirei se al fianco di queste e altre civiche si aggregassero i partiti tradizionali. Non è una questione di esposizione di simboli (problema del tutto superabile e marginale), piuttosto di idee e di passione politica, che albergano, ancora e a buon diritto (costituzionale) nei Partiti Politici.

Per quel che riguarda la nostra area civica cittadina auspico un dibattito aperto e costruttivo che possa ampliare il perimetro politico perché, come dicevo prima, Senigallia e Regione insegnano. Si vince se si va uniti ovviamente tenendo sempre la barra dritta sulla presentabilità dei candidati, sul lavoro di gruppo, sulle reali esigenze dei cittadini, sulla capacità di ascolto e di dialogo.

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