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Il benvenuto tutto anconetano a Bassetti (Aerdorica): "Fatti gli affari tuoi"
Non parlate al conducente. Lui sa dove si va e perché stiamo percorrendo il tal tragitto. Se poi al volante c’è un anconetano, allora la guida diventa scienza. Quando non fantascienza. Una lezione che noi in provincia conosciamo (pure troppo, ahinoi) ed è bene che Carmine Bassetti, nuovo ad di Aerdorica, si affretti a imparare. Prenda nota, Bassetti: mai contraddire le politiche dettate, forse, dalla Regione o da Palazzo del Popolo (chissà?). La stazione marittima, se la scordi. Ma come gli sarà venuto in mente di riproporla? Si faccia gli affaracci suoi. Il botta e risposta tra Bassetti e il presidente dell’Autorità Portuale, Rodolfo Giampieri, (vedi il Resto del Carlino dei 31 Luglio scorso), è illuminante rispetto alle dinamiche anconetane sul tema della cooperazione tra enti per lo sviluppo del territorio. Il primo ipotizza voli con americani che salgono sul treno (stazione di Castelferretti?) e arrivano al porto per imbarcarsi sulle grandi navi da crociera, scendendo in quella stazione marittima fatta chiudere (non senza proteste) anni fa. Il secondo, in estrema sintesi, gli risponde di farsi gli affari suoi e che la stazione marittima non esiste. Il dialogo? “Bassetti pensi a ripristinare il volo per Roma che per le crociere ci siamo noi”. Questo sul fronte Aeroporto-Porto. Di Interporto a Jesi non si parla quasi più.
Eppure Porto-Aeroporto-Interporto in meno di 30 chilometri restano una formidabile opportunità per spostare merci e, di riflesso, persone. Attivare nuove rotte commerciali da far affiancare con il traffico passeggeri. Possibile che nessuno se ne rende conto? Servirebbe dialogo e una regia unica. Niente di tutto questo è stato fatto in questi anni. Noi, qui a Falconara, restiamo vertice sgomento di questo triangolo che non si chiude. Si è sempre ragionato a comparti stagni. Anche quando all’ex amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei, hanno affidato Sanzio e Interporto ci avevo sperato. Giusto un po’. E invece niente. Anzi, peggio, visto che l’Interporto è stato avviato a perdere la sua funzione originaria per essere trasformato, ingloriosamente, nel deposito di medicine della sanità regionale. La verità è che, in definitiva, si fa quel che dice e conviene ad Ancona. O meglio, si fa ciò che chi comanda ritiene sia conveniente. Il fatto che poi non lo sia affatto è irrilevante. Interessa meno ancora se la strategia cagiona danni al resto del territorio. Purché chi è al volante continui a guidare. Senza essere disturbato. Meglio e più entusiasmante la diatriba, stucchevole e tutta dorica, sulla pipì dei cani!
Eppure Porto-Aeroporto-Interporto in meno di 30 chilometri restano una formidabile opportunità per spostare merci e, di riflesso, persone. Attivare nuove rotte commerciali da far affiancare con il traffico passeggeri. Possibile che nessuno se ne rende conto? Servirebbe dialogo e una regia unica. Niente di tutto questo è stato fatto in questi anni. Noi, qui a Falconara, restiamo vertice sgomento di questo triangolo che non si chiude. Si è sempre ragionato a comparti stagni. Anche quando all’ex amministratore unico di Aerdorica, Federica Massei, hanno affidato Sanzio e Interporto ci avevo sperato. Giusto un po’. E invece niente. Anzi, peggio, visto che l’Interporto è stato avviato a perdere la sua funzione originaria per essere trasformato, ingloriosamente, nel deposito di medicine della sanità regionale. La verità è che, in definitiva, si fa quel che dice e conviene ad Ancona. O meglio, si fa ciò che chi comanda ritiene sia conveniente. Il fatto che poi non lo sia affatto è irrilevante. Interessa meno ancora se la strategia cagiona danni al resto del territorio. Purché chi è al volante continui a guidare. Senza essere disturbato. Meglio e più entusiasmante la diatriba, stucchevole e tutta dorica, sulla pipì dei cani!
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Il Muro tra battaglia vera e meline istituzionali
Leggiamo sul Carlino che “Rfi apre ai comitati” con l’amministratore delegato Maurizio Gentile che incontra i cittadini e dice che il Muro, l’orribile e dannosissimo Muro, si può NON FARE ma il Governo deve cambiare la legge. Se non fosse che in questa società del III Millennio la memoria dura il volgere di una giornata, non si spiegherebbero titoloni di giornali per una notizia che già era in nostro possesso da tempo. Io ne ho scritto su questo blog il 30 gennaio. Passati quasi 5 mesi siamo lì. Con l’ad Gentile che conferma la sua posizione, con i vertici locali di Rfi che mutano nella persona ma non nell’ottusità dell’atteggiamento (“si deve fare, è la legge”), proseguendo in quel corto circuito tra apparati dello Stato che è il vero punto debole dell’Italia. Per farvi un esempio calzante. Come Comune siamo stati costretti a denunciare il Ministero per non aver versato nelle casse comunali circa 400mila euro. Soldi che dovevano essere versati come trasferimenti ma che nel 2009, con una legge retroattiva, ci sono stati negati. Abbiamo dovuto fare causa! Per me non è normale. Ad ogni modo, andiamo avanti.
Leggiamo sul Carlino che “Rfi apre ai comitati” con l’amministratore delegato Maurizio Gentile che incontra i cittadini e dice che il Muro, l’orribile e dannosissimo Muro, si può NON FARE ma il Governo deve cambiare la legge. Se non fosse che in questa società del III Millennio la memoria dura il volgere di una giornata, non si spiegherebbero titoloni di giornali per una notizia che già era in nostro possesso da tempo. Io ne ho scritto su questo blog il 30 gennaio. Passati quasi 5 mesi siamo lì. Con l’ad Gentile che conferma la sua posizione, con i vertici locali di Rfi che mutano nella persona ma non nell’ottusità dell’atteggiamento (“si deve fare, è la legge”), proseguendo in quel corto circuito tra apparati dello Stato che è il vero punto debole dell’Italia. Per farvi un esempio calzante. Come Comune siamo stati costretti a denunciare il Ministero per non aver versato nelle casse comunali circa 400mila euro. Soldi che dovevano essere versati come trasferimenti ma che nel 2009, con una legge retroattiva, ci sono stati negati. Abbiamo dovuto fare causa! Per me non è normale. Ad ogni modo, andiamo avanti.
Se dobbiamo fare causa allo Stato o a Rfi, siamo pronti. Abbiamo già dimostrato che, forti delle nostre ragioni, la testa non la si piega. Tornando al Muro: riuscirà il Governo a metterci una pezza modificando la legge? Difficile dirlo anche perché, leggiamo dalle cronache, tra liti “in famiglia”, letterine più o meno minatorie, invettive, la sacca dei “farò” è molto meno sgombra di quella dei “ho fatto”. Insomma, niente di nuovo. Intanto a Falconara si cerca di fare qualcosa. Coinvolgendo gli altri Comuni e sollecitando la Regione a esercitare un ruolo che vada oltre quello di portavoce. Vero che le istanze arrivano dal territorio ma il Muro impatterà su tutta la costa delle Marche e questo, anche fosse solo una questione turistica, è di interesse regionale e non esclusivamente locale. La nostra, di costa, il 23 giugno si unirà per la grande manifestazione contro il Muro. Utilizzo il termine “unirà” perché la manifestazione organizzata dal Comitato sarà una lunga catena umana di persone in riva al mare. Mi aspetto che tutti i cittadini possano partecipare, dare il loro tempo per portare avanti una battaglia che interessa tutti.
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La sfida dell'arretramento, chi ci sta? Incontriamoci
L’eco della protesta dei cittadini contro il Muro di Rfi, vero scempio la cui realizzazione darà il colpo di grazie a territori già fortemente urbanizzati, ha avuto il merito di riportare in auge il dibattito sull’arretramento della linea ferroviaria adriatica. Progetto definito utopistico per costi e dimensioni. Perché dovrà fare i conti con una burocrazia che impiega mesi, se non anni, per spostare un mattone (per conferma chiedere ai nostri concittadini terremotati) e perché dovrà scontrarsi con tanti interessi più o meno legittimi. Quanto ha impiegato Senigallia per tagliare il nastro della sua Complanare? Più di 10 anni? Tra raccolte di firme, comitati del no, eccetera. Eppure oggi si sa che quella strada ha liberato il centro della Spiaggia di Velluto dal traffico. È una gran cosa la Complanare. Noi da tempo ci stiamo spendendo per il raddoppio della variante alla strada statale 16. Per renderla più sicura, più fruibile.
Anche quella sarà una grande opera. Se ne parla da 30 anni. Si farà? Me lo auguro. Come mi auguro - e mi ci impegno non da ora - l’arretramento della linea ferroviaria adriatica. Sul Corriere Adriatico di oggi è il senatore Andrea Cangini a parlarne. Lo ringrazio per avermi citato tra "le mosche bianche" che tifano per l'arretramento insieme al presidente dell'Ordine degli Ingegneri, Alberto Romagnoli. Va detto che, ultimamente, anche in Regione si sta aprendo un interessante fronte sul punto. Oltre al consigliere dem Enzo Giancarli, che da presidente della Provincia di Ancona promosse un progetto poi - ahinoi - rimasto nel cassetto, si sono mossi nei giorni scorsi i consiglieri Carloni e Rapa. Come ha scritto sul post precedente, il compito della politica non si limita a gestire il quotidiano ma ha il dovere anche di immaginare il futuro. Avere lungimiranza. Ci vorranno decenni. E non sappiamo se ci arriveremo mai. Ma è nostro compito provare. Al di là degli schieramenti, per il bene dei cittadini. Auspico, e mi attiverò in tal senso, un incontro in tempi stretti con tutti coloro che sono a favore di questo progetto.
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Muro e arretramento, il silenzio degli innocenti
Sfoglio il Corriere Adriatico. Leggo. La prima reazione sarebbe quello di lasciare tutto e ritirarsi a vita privata su un’isola dal clima temperato. Opzione che resta in piedi ma che non mi distoglie dal riportare un po’ di verità rispetto alle castronerie che leggo.
Come quella di Rfi che, sul Muro, dice di aver mandato il progetto preliminare nel 2006 e che «il tempo è trascorso aspettando pronunciamenti e prescrizioni da parte degli enti locali, in alcuni casi poco esaustivi, in altri del tutto assenti. In mancanza di risposte esaustive e con l'allungarsi eccessivo dei tempi, siamo stati costretti a procedere».
È FALSO – Per quanto riguarda il Comune di Falconara Rfi è stata convocata a più riprese perché, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, si cercava di individuare una soluzione per l’abbattimento dei rumori ferroviari. Falconara si era fatta capofila dei Comuni interessati dall’opera, da Senigallia ad Ancona, e aveva sollecitato un incontro cui avevano partecipato anche i rappresentanti di Provincia e Regione, oltre ai tecnici di Rfi. Era stato chiesto di insonorizzare piuttosto le case affacciate sui binari. Era il dicembre del 2010. Da allora è Rfi che non ha più risposto salvo venirsene fuori 8 anni dopo con questo scempio.
Poi c’è il senatore grillino Coltorti. Jesino, presidente della commissione Lavori Pubblici, intervistato dal Corriere ha detto che il Muro si deve fare perché:
a) C’è una legge, va rispettata
b) I Comuni sapevano ma nessuno ha fatto niente
c) L’arretramento ferroviario è un progetto impossibile e fa un parallelismo spericolato con la Tav
Risposte:
a) Coltorti fa parte di un organo della Stato chiamato Senato. Camera e Senato hanno il potere legislativo. Fanno le leggi. Lui poi è anche in maggioranza. Fa parte di quelli che comandano. Qualcuno glielo spieghi. C’è una legge? Cambiatela.
b) Si legga il punto in cui rispondo a Rfi.
c) Sorvolo sul paragone tra Tav e l’arretramento della linea Adriatica. Che costerebbe, certo, ma che avrebbe come ricaduta una valorizzazione della costa senza precedenti. Ma poi, parlando di costi, il Muro è gratis? Spenderanno 20 milioni solo a Falconara. Sul Corriere leggo che il piano “riguarderà 35 comuni nelle Marche, di cui 26 lungo la linea Adriatica. Nei primi 4 anni, per i quali si è raggiunta l'intesa il 1 luglio 2004, in conferenza Stato-Regioni, saranno coinvolti 15 comuni, per un costo totale di circa 394 milioni di euro”.