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Governare, verbo né di destra, né di sinistra: da coniugare oltre il Fiscal Compact

Viviamo in un Italia che per decenni ha visto coesistere aziende pubbliche e aziende private. Con quest’ultime viste sempre quasi come un male. Osteggiate da mille vincoli, da una burocrazia asfissiante. Penso si debba ripensare anche a questo tipo di rapporto. Il privato non è il demonio. Per l’Ente pubblico può essere un partner per raggiungere fini comuni di sviluppo, di lavoro. Quando affronto questi temi non posso fare a meno di pensare, con tutte le dovute proporzioni, alla nostra Falconara. Al nostro arrivo ci siamo trovati di fronte un Moloch da 90 milioni di euro di debiti, il rischio default dietro l'angolo e l'azzeramento di tutti i servizi se non quelli essenziali. Era il 2008. Più o meno all'inizio delle stagioni del Patto di Stabilità dei Comuni che ha ingabbiato gli investimenti. Vincoli di spesa anche in presenza di soldi disponibili. Un'ulteriore mazzata per noi oltretutto che non potevamo (e non possiamo tutt'ora) accendere mutui vista la mole di quelli contratti in precedenza (anche per finanziare la stagione estiva e fare concerti!). Ci siamo dovuti rimboccare le maniche e raddrizzare i conti. Asfaltando strada, manutenendo l'esistente attraverso risparmi. Senza mai rinunciare a dare servizi al cittadino: scuolabus, mense scolastiche, asili nido, centri estivi, anziani, diversamente abili, disagio sociale, povertà. Chi ci accusa del contrario è in malafede. Come abbiamo fatto? Intanto abbiamo tagliato sugli sprechi. E poi siamo riusciti a vincere alcune partite in campo diplomatico. Ad esempio: lo sapevate che prima del nostro arrivo l'Autorità Portuale non aveva mai versato il becco di un quattrino a Falconara nonostante la metà delle tasse che incamera arrivi dal traffico generato dalla Raffineria Api? Sacrifici ne abbiamo chiesti e fatti tanti. E siamo stati anche previdenti, accantonando somme a previsione di contenziosi legali passati che potevano azzopparci proprio come sta accadendo al Comune di Offagna. Siamo stati bravi e abbiamo ora la possibilità di investire: in opere pubbliche, in manutenzioni, in decoro urbano, in chance di agevolare le imprese che lavorano qui e attirarne di nuove attraverso incentivi mirati. Abbiamo fatto e stiamo facendo ciò che riteniamo ragionevole e necessario. Senza ordini di scuderia e lontani dalle ideologie. Perché, come dimostra anche l'indagine che vi ho proposto, ci sono fini d'interesse generale che sono trasversali agli schieramenti politici. Ed è stato, è e sarà sempre giusto perseguirli.
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Trasporto pubblico, con il nuovo bando regionale Falconara rischia nonostante i buoni risultati

Entro l'anno il servizio di trasporto pubblico locale andrà, per volere della Regione Marche, a gara europea. Conerobus e le altre aziende del settore si preparano a partecipare e se questo può essere, grazie alla comparazione dei costi di affidamento tra più soggetti anziché l'affidamento diretto nel segno del dogma "pubblico è bello", una buona occasione per creare risparmi di spesa pubblica e una gestione migliore del servizio, la situazione di Falconara si potrebbe complicare. Ad oggi abbiamo un efficiente servizio extraurbano grazie alle tratte da e per Senigallia, Jesi, Marina di Montemarciano e Chiaravalle. Servizio che si svolge prevalentemente sulla costa. La conformazione del territorio cittadino ci ha però indotti da tempo nel seguire la strada del potenziamento del servizio urbano che viene svolto con le circolari interne. Corse che vengono finanziate in parte dalla Regione (56mila euro) e in parte dal Comune (83mila). Secondo i dati di Conerobus i bus urbani hanno percorso a Falconara, nel 2016, oltre 86mila chilometri incassando da biglietti, abbonamenti e carnet circa 91mila euro. Un risultato confortante anche alla luce del registrato incremento dell'utenza del 20% in un periodo storico nel quale gli spostamenti sono diminuiti a livello nazionale facendo comunque registrare un calo del tpl a favore dei mezzi privati. Secondo i dati Audimod il pendolarismo in automobile è passato dal 57% del 2001 al 65% del 2016. Nelle Marche il 76,1% degli utenti usa l'auto, il 15,6% la bicicletta e solo l'8,2% viaggia in bus o treno. L'indagine evidenzia comunque un 24% dei marchigiani che vorrebbe utilizzare meno l'auto e affidarsi ai mezzi pubblici.
A Falconara, grazie a politiche mirate come ad esempio biglietti orari, a/r, giornalieri, settimanali e abbonamenti particolari, siamo riusciti a incentivare il tpl. Non senza sforzi visto che abbiamo sopperito con le casse comunali ad alcuni tagli regionali. Tutto questo, tuttavia e nonostante i risultati, potrebbe finire. La gara in questione, infatti, si muove sulle linee guida di una legge regionale – la 6/2013 – che prevedeva il finanziamento del servizio urbano solo ai Comuni sopra i 30mila abitanti o sede di università. Il che significa, per la provincia di Ancona, oltre al capoluogo dorico solo Senigallia, Jesi, Fabriano e Osimo. Noi, no. Il Consiglio delle Autonomie Locali, chiamato a dire la sua sull'avviso di gara, si è espresso contro il limite dei 30mila abitanti. Parere non vincolante. Al momento non rimane che attendere il bando di gara vero e proprio per poter decifrare il futuro ma guai alla Regione se si permetterà di non riconoscere le peculiarità di Falconara che rischia, senza fondi regionali, di non riuscire a sopperire da sola all'intero costo dell'attuale servizio. Già ci sarebbe molto da ridire sul fatto che il servizio non sia riconosciuto un tutt'uno urbano con quello di Ancona. Con i nostri biglietti urbani che si fermano all'altezza del Visintini sulla Flaminia o in via Campania/via Redi a Palombina Vecchia. Con i residenti di Castelferretti costretti a una maggiorazione sul biglietto perché si sfora il chilometraggio. Occorre che la gara, insomma, preveda l'addio a logiche di confini amministrativi e si concentri sulle reali esigenze di mobilità. Nel nostro piccolo abbiamo dimostrando che rimodulando orari, corse e tariffe è possibile incrementare i passeggeri.
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Progetto Civico, valori e nuove idee al servizio del buon governo

Una faticaccia! Tra mille diffidenze e legittimi dubbi. La zavorra dei vecchi partiti era pesante e ancora, in parte, lo è. Finita la stagione degli ideologismi, abbiamo iniziato recuperando gli antichi valori che avevano infiammato gli animi di più di una generazione, riconducendoli in un alveo di contemporaneità, verso un bagno di realismo, di concretezza, di buon senso e di buon governo. In situazioni difficili, certo, date le sconfitte delle amministrazioni passate, aggravate dalla più generale e ancora latente crisi economica e finanziaria. Ferma nell'emergenza, passo dopo passo, la città ha ripreso il suo cammino di ritorno verso la normalità. Modeste ma necessarie realizzazioni, con modi di fare onesti, utilizzo parsimonioso delle risorse pubbliche, attenzione alle esigenze generali ma anche alle più minute. Ora siamo più rinfrancati, guardiamo avanti, in prospettiva, anche a sfide importanti.
Era il 2013 quando abbiamo costituito nuove aggregazioni, fondato nuovi movimenti, organizzato liste civiche che, ispirate dalle idee di alcuni, guardavano ai più giovani, ma anche ai meno giovani purché attenti al futuro. Uniti per Falconara, Insieme Civico per Falconara, Falconara in Movimento e Ridisegnare Falconara. Sigle, modi di proporsi che, facendo ponte con il passato, interpretassero il futuro. Arricchiti, nel turno di ballottaggio, dalle idee degli esponenti di una quinta civica, Falconara Puntoeacapo, che pur non ufficializzando l'apparentamento, portò ulteriore forza alla causa. Nessuna bandiera ideologica. Tutti con la stessa dignità e il medesimo rispetto. In un clima di rinnovata credibilità e fiducia. Rivolti al cittadino e per il cittadino. Occorre continuare. Fare un passo avanti. Dare ancora agibilità e cittadinanza ai singoli, alle nuove idee, alle rinnovate esigenze e aspirazioni. E con esso assicurare e facilitare un ricambio generazionale che è alle porte ma che va accompagnato e incentivato. Ecco, questo per noi è un modo vero e genuino di fare un Progetto Civico.
Era il 2013 quando abbiamo costituito nuove aggregazioni, fondato nuovi movimenti, organizzato liste civiche che, ispirate dalle idee di alcuni, guardavano ai più giovani, ma anche ai meno giovani purché attenti al futuro. Uniti per Falconara, Insieme Civico per Falconara, Falconara in Movimento e Ridisegnare Falconara. Sigle, modi di proporsi che, facendo ponte con il passato, interpretassero il futuro. Arricchiti, nel turno di ballottaggio, dalle idee degli esponenti di una quinta civica, Falconara Puntoeacapo, che pur non ufficializzando l'apparentamento, portò ulteriore forza alla causa. Nessuna bandiera ideologica. Tutti con la stessa dignità e il medesimo rispetto. In un clima di rinnovata credibilità e fiducia. Rivolti al cittadino e per il cittadino. Occorre continuare. Fare un passo avanti. Dare ancora agibilità e cittadinanza ai singoli, alle nuove idee, alle rinnovate esigenze e aspirazioni. E con esso assicurare e facilitare un ricambio generazionale che è alle porte ma che va accompagnato e incentivato. Ecco, questo per noi è un modo vero e genuino di fare un Progetto Civico.
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Miniolimpiadi, Oro per Falconara: subito al lavoro per la prossima edizione

Finite le Miniolimpiadi è tempo di bilanci. Come è andata? Cosa si può correggere? È un format che si può riproporre? Domande usuali che ci siamo fatti, tra amministratori, associazioni, società sportive, semplici cittadini che hanno lavorato volontariamente alla riuscita dell’evento. Con la prima domanda spero di riuscire ad avere anche qui, dalla rete, dei feedback ma parlando con le persone, leggendo i commenti sui social e anche basandomi sulle mie impressioni credo di poter affermare che si è trattato di un grande successo. Oltre ogni nostra aspettativa. Ho sentito genitori entusiasti come gli stessi ragazzi che per questa settimana si sono cimentati nelle varie competizioni, chi ha fatto parte della macchina organizzativa era esausto ma appagato.
Ho visto in questi giorni la Falconara migliore (date un'occhiata qui per le foto). Quella che pur nelle rispettive identità – sempre di gara tra quartieri si trattava e quindi un po’ di campanile non guasta, anzi – si è stretta attorno a un progetto, ha partecipato e lo ha reso possibile. Il Comune, da solo, non avrebbe potuto fare nulla. Le associazioni, come il Gruppo Amici per lo Sport o la proloco Falconamare, idem senza un adeguato supporto. I privati sono stati attirati dalla qualità dell’iniziativa. Per loro si è trattato di una questione di immagine e, anche, di un modo per dire grazie al territorio che li ospita e alle persone che ci vivono. E poi le scuole, i genitori, i nonni, la gente in generale. Anche chi ha rinunciato alla spiaggia o ha preso mezza giornata di permesso per portare il suo ragazzo alle gare ha fatto la sua parte. Vedere la tribuna del Roccheggiani così piena di persone è stato emozionante. Già dalla corsa dei tedofori, nella domenica inaugurale, è stato un piacere accorgermi di quanto coinvolgimento si sia creato. Dietro i corridori con la fiaccola c’erano cittadini, a piedi o in bici, che seguivano, come a sostenerli, il tracciato. Al loro arrivo sulla pista di atletica dello stadio, il pubblico ha abbracciato idealmente Samuele Papi, campionissimo recentemente tornato a essere falconarese (onorario), e la piccola Asja.
Per tutta la settimana si sono susseguite gare che però, di fondo, avevano la loro valenza pedagogica al di là del fine di conseguire un risultato. Mi è capitato spesso di assistere a scene in cui i responsabili delle società sportive, nel seguire le competizioni, si fermavano a parlare con i piccoli atleti per spiegare loro un comma del regolamento, la tecnica esatta per calciare un pallone, per effettuare un salto, per staccare in una partenza, un comportamento da seguire, il rispetto dell'avversario. Quel che posso dire in conclusione è che questa Miniolimpiade è stata un grande evento di carattere sociale che ha messo insieme giovani e meno giovani e ha coinvolto le famiglie in un crescendo di entusiasmo. Il lavoro di volontari (non ultimi i fotografi del Diaframma e i ragazzi del Liceo sportivo Cambi), società sportive e scuole è stato ampiamente premiato.
Questo ci spinge a rinnovarla ancora e a confermarla per gli anni a venire. Al di là delle elezioni in programma il prossimo anno questo preso con i ragazzi, le loro famiglie e più in generale con la città, è un impegno d’onore e va rispettato. L’aspetto della scadenza elettorale credo – non c’è ancora una data ma è probabile che il periodo coincida come quest’anno si è visto negli altri enti chiamati al voto amministrativo - imporrà un spostamento temporale. Farla prima comporterebbe problemi con l’attività scolastica nel periodo caldo di scrutini ed esami. Farla durante potrebbe essere considerata strumentale alla campagna elettorale e guai a confondere con la politica un evento che deve unire, non dividere. È ipotizzabile, quindi, una data successiva alle votazioni, considerando anche l’eventuale ballottaggio. Si lavorerà per mesi affinché si possa di nuovo bissare questo successo che mancava da 30 anni e, alla fine, chi verrà dopo di noi non dovrà fare altro che premere lo start.
Ho visto in questi giorni la Falconara migliore (date un'occhiata qui per le foto). Quella che pur nelle rispettive identità – sempre di gara tra quartieri si trattava e quindi un po’ di campanile non guasta, anzi – si è stretta attorno a un progetto, ha partecipato e lo ha reso possibile. Il Comune, da solo, non avrebbe potuto fare nulla. Le associazioni, come il Gruppo Amici per lo Sport o la proloco Falconamare, idem senza un adeguato supporto. I privati sono stati attirati dalla qualità dell’iniziativa. Per loro si è trattato di una questione di immagine e, anche, di un modo per dire grazie al territorio che li ospita e alle persone che ci vivono. E poi le scuole, i genitori, i nonni, la gente in generale. Anche chi ha rinunciato alla spiaggia o ha preso mezza giornata di permesso per portare il suo ragazzo alle gare ha fatto la sua parte. Vedere la tribuna del Roccheggiani così piena di persone è stato emozionante. Già dalla corsa dei tedofori, nella domenica inaugurale, è stato un piacere accorgermi di quanto coinvolgimento si sia creato. Dietro i corridori con la fiaccola c’erano cittadini, a piedi o in bici, che seguivano, come a sostenerli, il tracciato. Al loro arrivo sulla pista di atletica dello stadio, il pubblico ha abbracciato idealmente Samuele Papi, campionissimo recentemente tornato a essere falconarese (onorario), e la piccola Asja.
Per tutta la settimana si sono susseguite gare che però, di fondo, avevano la loro valenza pedagogica al di là del fine di conseguire un risultato. Mi è capitato spesso di assistere a scene in cui i responsabili delle società sportive, nel seguire le competizioni, si fermavano a parlare con i piccoli atleti per spiegare loro un comma del regolamento, la tecnica esatta per calciare un pallone, per effettuare un salto, per staccare in una partenza, un comportamento da seguire, il rispetto dell'avversario. Quel che posso dire in conclusione è che questa Miniolimpiade è stata un grande evento di carattere sociale che ha messo insieme giovani e meno giovani e ha coinvolto le famiglie in un crescendo di entusiasmo. Il lavoro di volontari (non ultimi i fotografi del Diaframma e i ragazzi del Liceo sportivo Cambi), società sportive e scuole è stato ampiamente premiato.
Questo ci spinge a rinnovarla ancora e a confermarla per gli anni a venire. Al di là delle elezioni in programma il prossimo anno questo preso con i ragazzi, le loro famiglie e più in generale con la città, è un impegno d’onore e va rispettato. L’aspetto della scadenza elettorale credo – non c’è ancora una data ma è probabile che il periodo coincida come quest’anno si è visto negli altri enti chiamati al voto amministrativo - imporrà un spostamento temporale. Farla prima comporterebbe problemi con l’attività scolastica nel periodo caldo di scrutini ed esami. Farla durante potrebbe essere considerata strumentale alla campagna elettorale e guai a confondere con la politica un evento che deve unire, non dividere. È ipotizzabile, quindi, una data successiva alle votazioni, considerando anche l’eventuale ballottaggio. Si lavorerà per mesi affinché si possa di nuovo bissare questo successo che mancava da 30 anni e, alla fine, chi verrà dopo di noi non dovrà fare altro che premere lo start.