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Sanzio, futuro nel cargo. Lo dice anche "l'alleato" arabo
Il Sanzio "può rappresentare un'ottima base per favorire scambi facendolo diventare un hub internazionale del settore cargo". Stavolta non lo dico io ma Sultan Bin Saeed Al Mansouri, il ministro dell'Economia degli Emirati Arabi, nelle Marche nei giorni scorsi per l'Endurance Lifestyle. Speriamo che il governatore Spacca stavolta abbia recepito.
Che la vera potenzialità del nostro aeroporto sia nel settore merci è cosa nota da tempo. Lo stesso Corrado Passera, da ministro del Governo Monti, nel redigere il Piano Nazionale degli Aeroporti, inserì Falconara (e non Perugia o Forlì, ad esempio) proprio per la posizione strategica e per le potenzialità che possono venire fuori da questo settore. Solo Aerdorica sembra non accorgersi continuando a puntare risorse sul turismo e sulla realizzazione di spazi commerciali (la famosa vetrina delle eccellenze made in Marche).
Rischio di essere ripetitivo: porto di Ancona, aeroporto di Falconara e Interporto di Jesi devono dialogare per dare a questo territorio occasioni di sviluppo, di ricchezza, di nuova occupazione.
Sui giornali di oggi, Roberto Pesaresi, presidente di Interporto, si dice preoccupato per gli aggiornamenti che riguardano il corridoio Baltico-Adriatico. Pare che, nonostante un emendamento votato a dicembre dalla Commissione Trasporti del Parlamento Europeo prolungasse il Corridoio fino ad Ancona, questo si fermi a Ravenna.
Mi unisco a lui definendo questa eventualità come una sconfitta per il nostro territorio. Devo però anche sottolineare come nel suo intervento manchi un cenno anche minimo al Sanzio come parte integrante della logistica. Ridicolo pensare, come qualcuno ancora purtroppo fa, che Sanzio e Interporto siano in concorrenza tra loro. Le due strutture dovrebbero invece dialogare. Di più. Come mi è capitato di dire nei mesi scorsi, dovrebbero essere dirette da un unico management.
Pesaresi parla anche di bypass ferroviario, auspicando tempi corti per la sua realizzazione. Sicuramente un nuovo tracciato di collegamento diretto tra la linea ferroviaria Adriatica e la Romana è auspicabile ma questo non deve in alcun modo pregiudicare due questioni che all'oggi non trovano risposta, nonostante i tanti interrogativi posti: l'arretramento complessivo della linea ferroviaria, che favorirebbe un grandissimo sviluppo delle attività costiere, e le compensazioni per Falconara.
La nostra realtà già si sobbarca il peso di numerose infrastrutture al servizio dell'intera regione. Il collegamento diretto ferroviario senza prevedere riconoscimenti al territorio (la liberazione degli scali merci, ad esempio) rappresenta, tra l'altro, solo un'opera monca che rischia di ferire ulteriormente il nostro territorio. Si andrebbe ad appesantire una situazione già critica. Servono progetti chiari e riqualificanti per accettare l'arretramento dei binari. Il bisturi, non una falce.
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Automedica, scendiamo in piazza per protestare
Stavolta scendiamo in strada. Cittadini uniti per rivendicare il diritto alla presenza a Falconara dell'automedica. Un mezzo che la Croce Gialla utilizza per arrivare in tempi rapidi a soccorrere persone. A Falconara come a Montemarciano, a Chiaravalle come ad Ancona in caso di necessità.
La Regione vuole privarcene. Il mezzo, acquistato grazie al contributo spontaneo dei cittadini, non potrà più effettuare il servizio che tutti oggi conosciamo. Lo dice una delibera regionale, votata il 20 maggio, assente l'assessore regionale Marco Luchetti (falconarese). Lo dice una determina dell'Asur regionale che nel razionalizzare ospedali, posti letto e servizi su scala marchigiana, toglie a noi per dare a Chiaravalle, forse di contentino per aver tolto di fatto l'ospedale cittadino.
Non si tratta di un discorso di campanile. Falconara, per il suo ruolo al servizio dell'intera comunità regionale, non li ha mai fatti e non si metterà a farli ora. La logica è differente e ampiamente motivata.
Da Falconara parliamo di persone e situazioni. Di una realtà territoriale e sociale. In Regione non possono, questi manager poco avveduti, fare i ragionieri e considerare solo i numeri. Non guardano, questi signori, né al risparmio, né alle vere emergenze.
La nostra città è baricentrica rispetto al territorio e può coprire l'area metropolitana nord di Ancona. Senza dimenticare la storia di volontariato attivo della Croce Gialla che proprio quest'anno festeggia i suoi 30 anni.
Si dice nella delibera che "l’Asur provvederà alla collocazione delle automediche sulla base dei parametri di popolazione e superficie territoriale, senza tralasciare la dislocazione esistente dei mezzi di soccorso con infermieri a bordo e di quelli gestiti dal volontariato".
Tutto vero? Macché. Non si tiene per nulla conto della rete di infrastrutture che Falconara ospita. Delle strade, della viabilità. Delle statistiche su incidenti e interventi. Delle oltre 11mila firme raccolte per confermare la postazione dove è oggi. Delle migliaia di vite salvate ogni anno grazie alla rapidità in interventi nei quali anche un secondo fa la differenza tra vivere e morire. Solo nel corso dell'emergenza neve 2012, l'automedica fuoristrada ha percorso 875 chilometri nei comuni di Falconara, Polverigi, Camerata Picena, Monte San Vito, Ancona e Chiaravalle.
Come se non bastasse, quest'anno l'Asur sembra intenzionata a non sovvenzionare il servizio di soccorso in spiaggia. Fino all'anno scorso la spesa era partecipata tra i Comuni di Falconara e Ancona e l'Asur.
Quest'ultima, verbalmente, ha fatto capire che non darà un euro per le postazioni a garanzia della sicurezza sull'arenile. Si continua a spogliare i territorio e ad abbandonare i cittadini.
Per questo voglio richiamare la vostra attenzione, cari falconaresi. Scendiamo in piazza. Insieme. Associazioni, cittadini, sindacati, partiti. Manifestiamo insieme per dire no a questo ennesimo schiaffo alla nostra città. Subito. Non c'è un minuto da perdere. Molti di voi mi chiedono di andare in piazza Mazzini già tra qualche giorno. Vi terrò informati. Facciamoci sentire.
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Insieme ai lavoratori contro i tagli alla Indesit

Un piano industriale al ribasso che rischia di far collassare un intero territorio. Da Fabriano arriva un grido di allarme che si estende a tutta la Vallesina, alle Marche e anche all'Umbria. Dopo l'annuncio della Indesit, di voler chiudere due impianti (tra cui Fabriano) e di prevedere 1425 esuberi in tutta Italia (480 nelle Marche) il sindaco Giancarlo Sagramola ha chiamato a raccolta i rappresentanti dei Comuni.
Ieri mattina sono andato a Fabriano per partecipare, insieme a un'altra trentina tra sindaci e assessori dei Comuni della nostra Regione e dell'Umbria, alla manifestazione di protesta indetta dai sindacati.
Questi tagli avranno effetti anche più negativi sulla nostra comunità, già alle prese con le difficoltà dovute alla crisi economica.
La valutazione che faccio, e non da ora, è che da tempo è in atto una politica di deindustralizzazione del nostro Paese. Gli imprenditori, oberati da un costo del lavoro e da una pressione fiscale che disincentiva gli investimenti, pensano che delocalizzare sia la strada giusta. Non capiscono che si tratta di una scelta che ha corto respiro e che rischia di velocizzare il fallimento dell'impresa stessa. Oltre che un impoverimento del territorio.
Come si possono risolvere i problemi. Per noi amministratori locali il compito principale è quello di stare vicino ai lavoratori. Nel comprensorio di Falconara e della Bassa Valle dell'Esino, già provata dalla vicenda dell'Api, se ne contano una 40ina tra cui anche Mirco Marcucci, falconarese e rsu Fim cisl, che ho incontrato ieri in corteo, impegnatissimo a confrontarsi con i suoi colleghi e con le istanze sindacali anche territoriali.
Ne ho tratto la convinzione che, da parte nostra, come cittadini e Amministratori, dobbiamo anche esercitare pressioni sul Governo nazionale. Anziché occuparsi solo di Imu e Iva, si prendano a cuore il vero e unico problema che mina le fondamenta della nostra comunità: il lavoro. Pensino ad abbassare il costo del lavoro. Esercitino un ruolo decisivo nell'Unione Europea, troppo spesso complice di politiche che non vanno nel segno dell'equità per quando riguarda i lavoratori.
Infine un pensiero alla famiglia Merloni. Hanno dato tanto alle Marche e ricevuto anche tanto in termini di benefit e contributi dello Stato. Non delocalizzare sarebbe da parte loro un atto di responsabilità.
Il prossimo impegno istituzionale, per noi Amministratori, è previsto per sabato prossimo (15 Giugno) presso il Comune di Fabriano.
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Ancora due settimane per raggiungere l'obiettivo
La tornata elettorale di domenica e lunedì ci lascia con un ottimo risultato in termini di voti, per quanto riguarda Goffredo Brandoni e soprattutto Uniti per Falconara.
Personalmente ho raggiunto 341 voti di preferenza. Sono soddisfatto e voglio ringraziare tutti i cittadini che ho incontrato in questi mesi e che mi hanno accordato la loro fiducia.
Al sindaco sono andati 6374 voti. Il buon governo ha funzionato ed ha convinto. Goffredo, nel 2008 al primo turno, aveva totalizzato 4074 voti ed era riuscito a ricompattare la frammentazione dell'elettorato al secondo turno, vincendo con 6562 voti.
Si poteva vincere al primo turno? Era difficile con così tante liste in campo ma non impossibile. Dobbiamo riuscire meglio a spiegare ai cittadini quanto di buono è stato fatto da questa amministrazione, l'impegno profuso senza riserve e l'importanza di proseguire con un governo stabile al risanamento, economico e sociale della città.
In questi giorni ho sentito dire tante sciocchezze sui nostri confronti. I nostri avversari cercano di screditarci. Dalle bugie sulle urbanizzazioni, al video surreale di Nichi Vendola su youtube, alla mistificazione dei dati sull'andamento dei reati commessi in città (in calo, certifica la Prefettura) la sinistra scende ora sul piano personale e si sentono in giro di polemiche (inventate) tra noi.
Forse sono troppo abituati a quanto accade in casa loro. Una coalizione frantumata, che sta in piedi all'unico scopo di occupare il Comune. Lo abbiamo visto in passato cosa hanno creato queste divisioni. Pd+Sel+Lista Comunista si ripropongono oggi con le stesse facce di allora, gli stessi personaggi che hanno ridotto Falconara un cumulo di macerie. La prima metà della legislatura abbiamo lavorato per riparare i loro danni: con che faccia ci si accusa di aver fatto poco?
La nostra è una squadra che lavora compatta. Nel massimo rispetto delle specificità dei singoli, il nostro obiettivo è unico. Fare il bene della città che amiamo: Falconara Marittima.
Per questo c'è bisogno del contributo di tutti. Cittadini, associazioni. Durante questa lunga campagna elettorale, ho visto tanti candidati, anche avversari, impegnarsi al massimo e in buona fede per il bene di Falconara. Con loro il dialogo, per quanto mi riguarda, era e rimane aperto.
Sempre. Non concedo la stessa disponibilità ai detentori di interessi particolari, a quelli che vogliono mantere una posizione, riconquistare una consorteria. Falconara non ha più bisogno di costoro.
