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A proposito di sicurezza e Montedison
Ieri mattina le forze dell'ordine - carabinieri della Tenenza, del Nucleo Cinofili di Pesaro e polizia municipale – hanno effettuato l'ennesimo controllo all'interno dell'ex Montedison. Tra gli edifici fatiscenti, in condizioni igieniche e sanitarie allucinanti, sono state trovate e identificate 15 persone di nazionalità romena. Molti erano già noti alle forze dell'ordine perché visti a chiedere l'elemosina fuori da supermercati o agli incroci della nostra zona. Su uno gravava il divieto di ritorno a Falconara in quanto era stato riconosciuto come autore di reati contro il patrimonio. All'interno della Montedison sono state trovate anche biciclette e altri oggetti. Si pensa possano essere frutto di furti.
Ieri mattina le forze dell'ordine - carabinieri della Tenenza, del Nucleo Cinofili di Pesaro e polizia municipale – hanno effettuato l'ennesimo controllo all'interno dell'ex Montedison. Tra gli edifici fatiscenti, in condizioni igieniche e sanitarie allucinanti, sono state trovate e identificate 15 persone di nazionalità romena. Molti erano già noti alle forze dell'ordine perché visti a chiedere l'elemosina fuori da supermercati o agli incroci della nostra zona. Su uno gravava il divieto di ritorno a Falconara in quanto era stato riconosciuto come autore di reati contro il patrimonio. All'interno della Montedison sono state trovate anche biciclette e altri oggetti. Si pensa possano essere frutto di furti.
Montedison e sicurezza. Chi mi ha seguito in questi anni sa che mi sono adoperato in più occasioni per affrontare entrambe queste situazioni. Per la Montedison auspico un celere avvio dell'iter burocratico del progetto privato di recupero: al momento siamo in attesa che la Regione indichi ai due Comuni interessati (Falconara e Montemarciano) quale sia la procedura da seguire.
Sulla sicurezza, in questi giorni la giunta sta valutando un interessante progetto che riguarda il coinvolgimento attivo dei cittadini, chiamati a organizzarsi per segnalare in tempo reale cosa sta succedendo sul territorio. Mesi fa il consiglio comunale ha approvato una mozione, proposta dalla nostra maggioranza, sull'istituzione dei cosiddetti osservatori volontari. Ci furono, come sempre, molte polemiche ma quello che oggi la Prefettura propone attraverso la sottoscrizione di protocolli di intesa su di un Progetto denominato "Controllo di Vicinato", finalizzato ad una collaborazione sinergica dei cittadini con le Forze di Polizia Statali e Municipali, può essere intesa come la naturale prosecuzione di ciò che il consiglio comunale falconarese aveva precostituito.
Lontani dall'idea di una giustizia "fai da te", ci chiediamo: perché i cittadini non possono collaborare insieme per migliorare la comunità in cui vivono? Esistono già oggi gruppi su WhatsApp, sui social che segnalano frequentemente situazioni dubbie o di potenziale pericolo: dagli estranei del porta a porta ai furti tentati o commessi. È di qualche settimana fa l'episodio del furto di una bicicletta che, pubblicizzato sui social network, ha portato al ritrovamento della stessa e all'identificazione degli autori. Si tratta di mettere a sistema tutto questo. L'invito della Prefettura ci dice che la maggioranza aveva lavorato nel giusto senso.
Alla faccia di quanti ci accusano di improvvisazione. Esercito, osservatori volontari, telecamere, ordinanze, più illuminazione dove manca. Tutto quello che abbiamo messo in campo va nella direzione di avere una città più controllata e quindi più sicura. Ad avere la bacchetta magica, o le disponibilità finanziarie del passato, ci sarebbe voluto pochissimo tempo. Oggi dobbiamo fare i conti con un bilancio risicato, con i debiti fatti da altri, con i Governi (tutti, non solo Renzi) che tagliano sui Comuni ma non sui Ministeri. Ecco, noi facciamo ciò che è possibile fare con le risorse che abbiamo a disposizione. In bilancio siamo riusciti a mettere altri 50mila euro per altre 11 telecamere, da aggiungere a quelle già attive tra piazza Mazzini, piazza Garibaldi, la stazione, via Bixio e Castelferretti, per monitorare ulteriormente il territorio. L'installazione di questa secondo gruppo di spycam sarà ultimato per la prossima primavera. Entro il 2017 arriveremo a coprire anche la spiaggia e le zone più colpite dall'abbandono abusivo di rifiuti.
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Pendolari su via Redi, Ancona faccia la sua parte
Lunedì e ieri mattina ho verificato di persona l'impatto del blocco automobilistico di via Redi (Ancona) con il divieto di accesso, dalle 7.30 alle 8.30, per le vetture dei non residenti che provengono da via Campania (Falconara). Una decisione maturata, grazie al senso di responsabilità del sindaco Brandoni, per dare una mano ad Ancona a risolvere i problemi di viabilità che nascono dalla decisione – dorica – di vietare l'accesso alla rotatoria di Collemarino a quanti scendono lungo via Ville, la strada che costeggia il parco degli Ulivi.
Lunedì e ieri mattina ho verificato di persona l'impatto del blocco automobilistico di via Redi (Ancona) con il divieto di accesso, dalle 7.30 alle 8.30, per le vetture dei non residenti che provengono da via Campania (Falconara). Una decisione maturata, grazie al senso di responsabilità del sindaco Brandoni, per dare una mano ad Ancona a risolvere i problemi di viabilità che nascono dalla decisione – dorica – di vietare l'accesso alla rotatoria di Collemarino a quanti scendono lungo via Ville, la strada che costeggia il parco degli Ulivi.
Chi è pendolare e quotidianamente percorre i 10 chilometri che dividono le due cittadine, conosce bene la situazione. La Flaminia è intasata. Alcuni affrontano via Barcaglione fino a Torrette ma poi se la devono vedere con la colonna di auto che esce dalla variante alla Statale 16. Altri, parecchi, utilizzano la direttrice via Campania/via Redi consente di prendere la strada principale a Collemarino, saltando il tratto di Palombina Vecchia e Nuova. Dall'istituzione della rotatoria all'incrocio di Collemarino, il Comune di Ancona ha fissato il senso unico a salire per l'ultimo tratto di via Ville. Da allora, chi scende da via Redi è costretto a passare per le vie Cingolani, Ulpiani e Volta. Questo crea code e traffico intenso davanti a una scuola, la Alighieri.
Messi da parte i problemi nati dall'installazione tardiva della segnaletica e i dubbi che ho circa la possibilità di garantire un presidio fisso di vigili, impegnati anche in altre parti della città, ho maturato alcune riflessioni:
- Il traffico deviato da via Campania confluisce tutto in via Flaminia e questo non fa che aggravare una situazione già problematica;
- la coda di auto che nasce al posto di blocco si snoda per via Sardegna e congestiona il traffico anche nei pressi dell'attraversamento pedonale per la scuola Aldo Moro. Il che sta a significare che per salvaguardare una scuola, ne danneggiamo un'altra;
- Il traffico deviato da via Campania confluisce tutto in via Flaminia e questo non fa che aggravare una situazione già problematica;
- la coda di auto che nasce al posto di blocco si snoda per via Sardegna e congestiona il traffico anche nei pressi dell'attraversamento pedonale per la scuola Aldo Moro. Il che sta a significare che per salvaguardare una scuola, ne danneggiamo un'altra;
- se non ci sono i vigili basterà il senso civico degli automobilisti a far rispettare una segnaletica che comunque è poco visibile?
Abbiamo a cuore gli utenti della scuola e per questo abbiamo accettato di sottoporre i nostri cittadini a questo periodo transitorio che, da accordi presi con il sindaco Valeria Mancinelli e l'assessore Stefano Foresi, terminerà a fine novembre. Il nostro è un contributo alla sicurezza ma certamente l'attuale situazione è ingestibile nel lungo periodo. L'unico atto risolutivo è l'apertura di via Ville (Collemarino) per accedere in discesa alla rotatoria. Ancona deve risolvere i problemi di canalizzazione della sua rotonda. Sono ancora convinto che una stretta di mano sia impegno a rispettare gli accordi. Fermo restando che entrambi i Comuni sono in attesa dello sblocco dei fondi per aumentare la sicurezza di tutta la Flaminia che, nel nostro caso, ci consentirebbe di intervenire all'incrocio di via Palombina e in alcune fermate dell'autobus troppo esposte ai pericoli della strada.
Abbiamo a cuore gli utenti della scuola e per questo abbiamo accettato di sottoporre i nostri cittadini a questo periodo transitorio che, da accordi presi con il sindaco Valeria Mancinelli e l'assessore Stefano Foresi, terminerà a fine novembre. Il nostro è un contributo alla sicurezza ma certamente l'attuale situazione è ingestibile nel lungo periodo. L'unico atto risolutivo è l'apertura di via Ville (Collemarino) per accedere in discesa alla rotatoria. Ancona deve risolvere i problemi di canalizzazione della sua rotonda. Sono ancora convinto che una stretta di mano sia impegno a rispettare gli accordi. Fermo restando che entrambi i Comuni sono in attesa dello sblocco dei fondi per aumentare la sicurezza di tutta la Flaminia che, nel nostro caso, ci consentirebbe di intervenire all'incrocio di via Palombina e in alcune fermate dell'autobus troppo esposte ai pericoli della strada.
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Il Consiglio Comunale dice no: l'antenna non si mette
La partita dell'antenna è, per ora, vinta. Dico per il momento perché, dopo la chiusura della conferenza dei servizi, negativa per Telecom e Vodafone che volevano installare un'antenna di telefonia mobile in via Puglie, a pochi metri dalla parrocchia, dalle scuole Ferraris e Rodari, dal campo sportivo Neri, con ogni probabilità il tribunale amministrativo sarà chiamato a esprimersi sulla vicenda. Le dichiarazioni successive al no, da parte delle due compagnie, lo fanno presagire. Ce lo aspettavamo.
La partita dell'antenna è, per ora, vinta. Dico per il momento perché, dopo la chiusura della conferenza dei servizi, negativa per Telecom e Vodafone che volevano installare un'antenna di telefonia mobile in via Puglie, a pochi metri dalla parrocchia, dalle scuole Ferraris e Rodari, dal campo sportivo Neri, con ogni probabilità il tribunale amministrativo sarà chiamato a esprimersi sulla vicenda. Le dichiarazioni successive al no, da parte delle due compagnie, lo fanno presagire. Ce lo aspettavamo.
Viviamo tempi strani. Dove chi è chiamato ad amministrare un territorio è considerato dallo Stato e dalle leggi solo un gabelliere. Dove, come dicevo in un post precedente, Stato e Regioni danno permessi che i Comuni subiscono senza poter fare nulla o con margini di manovra davvero stretti. Personalmente non mi sono mai arreso a questo stato dei fatti. E insieme agli altri membri della maggioranza, della minoranza e dei cittadini abbiamo cercato una strada per affrontare la questione senza abdicare al nostro ruolo. Il vecchio regolamento, in attesa di avere un nuovo Piano Antenne, è stato reso più restrittivo. A Falconara non si potranno realizzare antenne entro i 130 metri di distanza dal perimetro delle cosiddette aree sensibili: parchi, luoghi di aggregazione, edifici scolastici, chiese, scuole.
E il ricorso? Può la piccola Falconara difendersi dai colossi della telefonia? Ci conforta il parere di Alessandro Lucchetti, avvocato ed esperto di diritto amministrativo. Per legge "i Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale del impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici" tuttavia, spiega l'esperto "la giurisprudenza ha più volte affermato che da tale previsione debbono discendere regole comunali ragionevoli, motivate e certe, poste a presidio di interessi di rilievo specifico a livello locale, ovvero per la presenza di siti che, per la loro destinazione d'uso, possano essere qualificati particolarmente sensibili alle immissioni elettromagnetiche". Su questo solco ci siamo mossi. Perché questa battaglia va portata avanti in maniera intelligente. Salvaguardando la salute dei cittadini - per quanto riguarda l'antenna - ma anche le tasche dei contribuenti, visto che soccombere davanti a un tribunale ha i suoi costi che ricadrebbero sulla popolazione.
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Antenna, partita tutta da giocare
Nei giorni scorsi mi ha scritto un cittadino per chiedermi aggiornamenti sulla vicenda dell'antenna di telefonia mobile che Telecom e Vodafone vorrebbero installare in via Puglie, a pochi metri dalla parrocchia, dalle scuole Ferraris e Rodari, dal campo sportivo Neri. Location che ho sempre contrastato e che come giunta ci ha trovati contrari. Vodafone, per tutta risposta, nonostante manifestazioni cittadine e raccolte di firme, ha ribadito la volontà di utilizzare il terreno privato nel sito citato e le leggi (nazionali e regionali) sembrano non potergli impedire di procedere. Purtroppo l'unità politica per individuare un'altra collocazione, nonostante l'azione dell'Amministrazione tesa ad aggiornare il Piano Comunale delle antenne e che avrebbe indotto, a mio giudizio, i gestori telefonici ad un ripensamento o, quanto meno, a sposare un'altra opzione, non si è trovata e ora siamo di fronte a un vero rompicapo.
Nei giorni scorsi mi ha scritto un cittadino per chiedermi aggiornamenti sulla vicenda dell'antenna di telefonia mobile che Telecom e Vodafone vorrebbero installare in via Puglie, a pochi metri dalla parrocchia, dalle scuole Ferraris e Rodari, dal campo sportivo Neri. Location che ho sempre contrastato e che come giunta ci ha trovati contrari. Vodafone, per tutta risposta, nonostante manifestazioni cittadine e raccolte di firme, ha ribadito la volontà di utilizzare il terreno privato nel sito citato e le leggi (nazionali e regionali) sembrano non potergli impedire di procedere. Purtroppo l'unità politica per individuare un'altra collocazione, nonostante l'azione dell'Amministrazione tesa ad aggiornare il Piano Comunale delle antenne e che avrebbe indotto, a mio giudizio, i gestori telefonici ad un ripensamento o, quanto meno, a sposare un'altra opzione, non si è trovata e ora siamo di fronte a un vero rompicapo.
Diciamoci la verità, siamo circondati da problematiche urbanistiche, ambientali, amministrative, procedure burocratiche, interessi diffusi, demagogie, strumentalismi politici. Il Comune è l'ultimo anello della catena. Il più debole, con pochi poteri e qualsiasi Amministrazione rischierebbe di uscirne malconcia. Complice una legislazione, ad esser buoni, permissiva che attribuisce prerogative ai piani alti (Stato e/o Regione) e scarica i "rifiuti" a quelli inferiori (i Comuni per l'appunto).
Ho seguito con molto interesse tutta la vicenda. Ho partecipato alle assemblee e alle commissioni consiliari aperte, a cui era stato invitato anche un rappresentante di Vodafone. Non so con quale funzione. Commerciale? Pr? Chissà. La cosa sconcertante, almeno per me, è che nessuno degli "arrabbiati" presenti (e ce ne erano tanti quella sera in parrocchia) abbia tentato di proferire verbo per sapere, interrogare, arguire, congetturare. Solo poche domande spuntate ed elementari. Salvo la solita successiva logorrea sui social network!
La partita, oltre le apparenze e l'atteggiamento degli immancabili burocrati, irriducibili e impenitenti, è, a mio avviso, ancora tutta da giocare. La condizione necessaria è che si crei o, se più piace, si consolidi un vero e diffuso movimento di opinione. Scevro da mediocri opportunismi di schieramento politico. In altre realtà, anche d'Italia, si stanno iniziando a vincere, al riguardo, significative battaglie. Purché ci si liberi da condizionamenti e asfittiche interpretazioni leguleie e si guardi avanti. Solo a titolo di esempio. Una Associazione di Comuni ed Enti pubblici del Nord ha persino costretto un pool di multinazionali della telefonia mobile a sottostare ad una Convenzione che le costringerà ad abbattere o modificare/ridurre/ristrutturare un'antenna nella misura in cui si affermano nel tempo nuove tecnologie e nuove strutture a minore impatto ambientale, a maggiore tutela della salute dei cittadini e per la valorizzazione del territorio.
Questo approccio al tema, da noi, è risultato del tutto secondario. Ben sappiamo, invece, come il progresso tecnologico, in materia, sia velocissimo, penetrante e impegni fortemente ricerca e in innovazione. Ciò che è vero o appare ineludilibile oggi, sul piano tecnico, può benissimo essere obsoleto e stravolto domani. È troppo ragionare in questi termini? È irragionevole? Improduttivo? O forse, più semplicemente, va contro gli interessi del business immediato e a tutti i costi? Io lo temo. Specie quando i rappresentanti delle Società di Gestione abilmente si defilano, abdicando ai loro doveri civili di spiegare chiaramente ai cittadini (non solo considerati utenti/clienti) i costi, i benefici, i rischi o le opportunità future. Lasciando noi tutti a dilaniarci in inutili o stucchevoli polemiche.